Se c’è una cosa che riesce a unire una terra dalle mille sfaccettature come l’Italia, quella è il
caffè. Che lo si beva velocemente prima di andare al lavoro o per scambiare quattro chiacchiere al bar insieme agli amici, o che lo si gusti con calma a casa, è innegabile che nel Belpaese sia radicata una vera e propria
cultura del caffè. Nel corso del tempo il caffè è diventato talmente importante nello Stivale da istituire persino un’università a Trieste a lui dedicata, con lo scopo di divulgare la tradizione e la qualità di questa bevanda. L’amore degli italiani per il caffè è stato espresso anche attraverso commedie, come quella di Carlo Goldoni dal titolo
“La bottega del caffè”, e canzoni soprattutto di produzione musicale napoletana.
Come si prepara il caffè
Di indubbia provenienza equatoriale, le potenzialità del caffè sono però state valorizzate al meglio dall’Italia, attraverso l’ideazione di
metodi di preparazione capaci di esaltare l’
aroma dei suoi chicchi.
Il
caffè espresso venne inventato dall’
ingegnere milanese Luigi Bezzera, grazie alla creazione di una macchina in grado di ridurre i tempi di preparazione del caffè nei locali pubblici. Il termine
“espresso” infatti significa
“fatto sul momento”. Un metodo ottimizzato poi da
Achille Gaggia, che introdusse l’
estrazione a pressione che permette di ottenere una
bevanda concentrata e più aromatica, dalla crema densa e compatta, rendendo il caffè espresso simile a quello che conosciamo noi oggi. Per essere definito espresso il caffè deve avere una certa densità e un colore tendente al
marrone scuro, con una crema non troppo chiara in superficie che sostenga per qualche istante lo zucchero versato, anche se per percepirne l’aroma al massimo è meglio non aggiungerne.
Con l’
invenzione della Moka la bevanda viene introdotta anche nelle
case degli italiani, rivoluzionando modi e tempi di bere il caffè. Esiste un iter ben preciso riguardo la
preparazione del caffè, che se seguito alla perfezione riesce a rendere la bevanda ancora più gustosa: quando si usa la Moka bisogna riempirne la base con
acqua fredda senza mai andare oltre il livello della valvola. Il caffè inserito non dovrà essere in alcun modo pressato, e andrà cotto sul fuoco a
fiamma dolce per evitare che venga bruciato. La Moka va poi tolta dal fuoco non appena il caffè sale per estrarre le parti più pregiate del macinato, e prima di servirlo bisogna
mescolarlo con un cucchiaino direttamente al suo interno per amalgamare i sapori. Una volta terminato l’uso della Moka, mai lavarla col sapone ma solo con l’acqua calda, e asciugarla bene.
Servire il caffè, una forma d’arte
Non conta solo
come si prepara il caffè per assaporarlo al meglio, ma anche il modo in cui viene servito. Visto il ruolo che tale bevanda ricopre nel Belpaese, è imprescindibile trattarlo come una
forma d’arte a tutti gli effetti, a cui dedicare cure e attenzioni persino nella presentazione, come dimostra la diffusione del
Latte Art, tecnica di decorazione che si serve del latte accuratamente e correttamente schiumato, applicato al caffè per trasformarlo in una vera e propria opera d’arte.
Al bar è buona norma servire il caffè accompagnandolo con un
cioccolatino e con un
bicchiere d’acqua, da bere una volta terminato il consumo della bevanda, anche se alcuni preferiscono farlo prima per mantenere l’aroma a lungo in bocca. Non di rado può essere portato anche un
piccolo bricco di latte caldo.
Essenziale nella presentazione anche il
piattino, su cui poggiare la
tazzina.
In quali tazze si beve il caffè?
Le canoniche
tazzine da caffè per bar sono di solito
bianche e realizzate in ceramica, materiale in grado di
mantenere a lungo il calore della bevanda, aiutando al contempo a sprigionare l’aroma del caffè nel momento in cui lo si beve. Super igieniche le
tazze in vetro, semplici da pulire e fabbricate senza l’ausilio di sostanze chimiche, meglio se prodotte col
vetro temprato perché resistente agli sbalzi di temperatura, rendendo sicuro il lavaggio anche in lavastoviglie, molto frequenti nei bar.
Le
tazzine da caffè in cui si beve l’espresso hanno tradizionalmente il bordo largo e una base stretta per accentuarne il sapore, portando così tutti gli aromi vicini al naso e al palato.
Al giorno d’oggi si possono personalizzare anche le
tazzine da caffè per bar, i più tradizionalisti possono mantenere il classico colore bianco magari apponendo sulla tazza il nome o il logo del proprio locale.
Le possibilità di personalizzazione sono praticamente infinite e si possono realizzare anche per le
tazze e tazzine per la casa che utilizziamo quotidianamente.
Per distinguere il contenitore da quello degli altri membri della famiglia si può scegliere una
tazza personalizzata, oggetto capace di esprimere i propri interessi o di veicolare messaggi in cui ci si sente rappresentati. Per soddisfare le esigenze di tutti i membri della famiglia o di eventuali ospiti è meglio diversificare i tipi di tazze da tenere in casa: alcuni potrebbero preferire la
tazza mug, dalle dimensioni più grandi e utilizzabili anche per bere tè e tisane. Questa tipologia va bene anche la mattina se si ama il
caffè latte a colazione. Di solito non vengono sfruttate per il solo caffè, perché il calore della bevanda andrebbe subito a disperdersi e anche il sapore risulterebbe alterato.